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La rivoluzione di Basaglia

Quaranta anni fa, il 13 maggio 1978, veniva approvata la “legge Basaglia” che – in anticipo su tutto il mondo – aboliva i manicomi.  Ripercorriamone la storia.

“Psichiatri, attenti: la vostra unica superiorità rispetto ai pazienti è la forza”. Lo aveva detto un gruppo di surrealisti francesi nel 1925, lo ribadiva, nel 1964, un giovane psichiatra veneziano durante il primo convegno di psichiatria sociale di Londra. Parole che suonavano provocatorie, così come il lavoro che presentava al convegno: La distruzione dell’ospedale psichiatrico come luogo di istituzionalizzazione. Certo, allora nessuno dei presenti poteva immaginare che quel carismatico quarantenne di nome Franco Basaglia, da poco direttore dell’ospedale psichiatrico di Gorizia, sarebbe stato l’autore di una delle più grandi rivoluzioni della psichiatria: l’abolizione dei manicomi. Continua a leggere

Psichiatria o psicoterapia?

Che cosa è meglio scegliere per curare un malessere mentale? Gli ultimi studi orientano verso la psicoterapia, eventualmente associata a una terapia farmacologica.

psicoterapia sararicciardelli per martaerba.itUna persona su cinque. Sarebbero diversi milioni gli italiani che, secondo uno studio promosso dall’OMS, hanno sofferto nel corso della vita di un malessere di origine mentale. Tra i più frequenti: la depressione (una persona su dieci), le fobie, il disturbo da stress post-traumatico, l’ansia, gli attacchi panico. Ma se negli ultimi quarant’anni è prevalsa l’idea che alla base di questi disturbi ci fossero squilibri chimici del cervello – e che quindi la cura migliore fosse la terapia farmacologica – da qualche anno a questa parte questa teoria è diventata meno convincente. Mentre le ricerche che danno valore ai risultati della psicoterapia – cioè a una cura basata sulla relazione, tra paziente e terapeuta – aumentano.

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Gli psicofarmaci

psicofarmaciL’armamentario dello psichiatra comprende quattro categorie di farmaci (i cosiddetti “psicofarmaci”): gli antipsicotici (che riducono i deliri e le allucinazioni), gli ansiolitici (che alleviano l’ansia), gli antidepressivi (che migliorano l’umore) e gli stabilizzanti dell’umore (che evitano i picchi di tristezza e di “mania”, caratteristici del disturbo bipolare). Si tratta di farmaci scoperti per serendipità, cioè per caso: mentre erano studiati per altri motivi, si è scoperto che avevano anche un effetto sul comportamento.

Studiando il loro meccanismo d’azione sono quindi state ipotizzate le cause dei vari disturbi. Poiché gli antidepressivi aumentano la disponibilità del neurotrasmettitore serotonina si è ipotizzato che la depressione sia causata da una sua carenza. Poiché invece gli antipsicotici abbassano la dopamina si è ipotizzato che malattie quali la schizofrenia siano causate da un eccesso di questo neurotrasmettitore.

Tuttavia ogni malato fa storia a sé, cioè non è dato sapere quali farmaci del ventaglio a disposizione, e a quali dosaggi, funzionerà meglio, per cui gran parte del lavoro dello psichiatra consiste nel calibrare la terapia sul singolo paziente procedendo per tentativi, associando spesso farmaci diversi e monitorando l’insorgenza di effetti collaterali (che spesso servono a capire quando si è raggiunta la dose terapeutica). L’insorgenza di effetti collaterali – che nei farmaci di nuova generazione è comunque contenuta – è spesso inevitabile, ed è dovuta al fatto che i neurotrasmettitori cerebrali hanno varie funzioni, e non solo quella legata al disturbo che si vuole curare.